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I blog


Cos’è un Blog?

Se parliamo strettamente del significato del termine blog, esso deriva da web-log, letteralmente “diario in rete” o “diario elettronico”.


Alla fine degli anni ’90, le persone incominciano ad auto-rappresentarsi nella Rete, i blog sono soprattutto liste di link relativi ad un determinato argomento, commentate dall’autore, avendo quasi  ruolo di precursori dei motori di ricerca.


Nel 2005, con l’avvento della Banda Larga, i blog si arricchiscono di immagini e di link a queste, contestualmente alla nascita di piattaforme che permettono la pubblicazione gratuita di blog a chiunque abbia un minimo di passione per la scrittura che ha,così, un’opportunità di condividere i propri pensieri, riflessioni, esperienze, espresse sotto forma di post o articoli. E ben presto interviene Google che, con la nascita di AdSense, permette a  chi ha un blog di guadagnare attraverso le inserzioni pubblicitarie. La prospettiva di guadagno favorisce lo sviluppo di innumerevoli blog di qualsiasi argomento e tipologia di contenuti.

Dopo essere sopravvissuto all’affermazione dei social network, che per un attimo fecero temere il declino del blog in favore di mini-post in stile Twitter, possiamo dire che oggi il blog abbia assunto una sua identità ben precisa, con caratteristiche tecniche e stilistiche definite.

Ad oggi, un Blog può essere definito da:

  1. innanzitutto presenza di una  struttura di navigazione e di orientamento al suo interno. ( menu)
  2. Suddivisione dei suo contenuti in categorie. ( Categorie e tag )
  3.  Identificazione cronologica dei contenuti ( data).

Il Blog è diventato uno strumento indispensabile del Marketing 2.0.

Anche il marketing,infatti, nel corso degli anni ha subito una trasformazione conseguente alla transizione in corso dai media tradizionali ai media digitali.

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La comunicazione si è trasformata da una di tipo push, generica, caratterizzata da mezzi di comunicazione di massa e fruizione passiva – investimenti elevati e ritorni incerti – ad una di tipo pull, personalizzata, diffusa, caratterizzata dal dialogo tra gli individui e da un alto tasso d’interazione, con investimenti flessibili e misurabili in tempo reale.

E’ sempre più necessario comprendere le nuove regole del marketing e delle PR. Alla base di tutto il fenomeno dei social media, dalle community ai blog, dai social network a tutto il mondo UGCUser Generated Content, fino all’universo dei forum, vi sono la partecipazione attiva e il dialogo diretto tra individui.

I mercati sono conversazioni

l web 2.0 ha facilitato la comunicazione tra brand e consumatori. Agli strumenti di marketing tradizionali si sono affiancate nuove figure come i networker, in grado d’influenzare la rete attraverso i loro blog e network di relazioni e che sono in grado di risultare più efficaci di qualsiasi altro media tradizionale.

Di conseguenza, il marketing mix deve necessariamente prevedere accanto agli spazi pubblicitari classici sui media tradizionali e online anche canali di cui si è proprietari e che non devono essere pagati, social media, ecc.

Nei media tradizionali, la trasmissione del messaggio era di tipo unidirezionale e generalista, difficilmente in grado di intercettare un bisogno nell’esatto momento in cui si palesava. Il marketing era una funzione che si posizionava a valle del processo produttivo e a monte della vendita.

Apprendere continuamente e rapidamente da tutti e da tutto è diventata oggi una questione centrale. Oggi si parla sempre più di open model e di crowdsourcing come nuovi modelli di business e di organizzazione del lavoro.

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I diversi reparti delle imprese si aprono agli interventi, ai suggerimenti, alle idee e alle proposte degli utenti/consumatori, non più solo consumatori finali e passivi, ma soggetti attivi ed interattivi che partecipano alla vita e all’evoluzione d’impresa interagendo con essa a diversi livelli. Sono identificabili come producer e user allo stesso tempo.

Si passa quindi dalla catena del valore al ciclo del valore, in un processo in cui le funzioni e i processi d’impresa si aprono alle istanze dei cittadini consumatori che desiderano innovare insieme all’impresa.

Il marketing, quindi, è visto sempre di più come recettore dell’impresa capace di captare le nuove tendenze e i cambiamenti della società, che deve occuparsi più del prodotto/servizio che del packaging e della vendita, e dev’essere capace di governare questo processo di condivisione del valore con le persone che partecipano ai processi di produzione e di comunicazione.

A conferma di quanto detto è ormai dimostrato come solo il 14% dei consumatori si fidi della pubblicità, il 54% eviti di acquistare prodotti dei quali viene fatta un’eccessiva promozione e il 69% sia interessato a prodotti/servizi che aiutino a bloccare la pubblicità.

Questi numeri evidenziano la graduale perdita di efficacia del marketing tradizionale, che fa sì che solo il 18% delle campagne pubblicitarie tradizionali mostri un ROI positivo a fronte degli investimenti necessari. E’ quindi cambiato il modo in cui i clienti s’informano sui prodotti e servizi, valutando tali informazioni ai fini d’acquisto.

La crescita dell’informazione dovuta alla diffusione di internet fa sì che i clienti non cerchino più l’informazione in sé ma chi di questa si fa garante in modo imparziale. I clienti considerano sempre meno credibile un messaggio che proviene da una fonte tradizionale come l’impresa, o da un mezzo classico, quale la pubblicità in televisione o su carta stampata.

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Per il consumatore il messaggio è più credibile se arriva spontaneamente da una fonte simile e vicina, ossia amici colleghi o altri clienti. Negli ultimi anni i mass media tradizionali hanno visto notevolmente ridursi la loro capacità di coinvolgere i consumatori e influenzarli.

Affinché una campagna di comunicazione sia efficace deve essere in grado di coinvolgere, stupire e divertire i clienti in modo tale da spingerli a parlare di un brand o di un prodotto/servizio, innescando in maniera spontanea un passaparola virale.

In tale contesto per conquistare l’attenzione dei clienti, sempre più impermeabili ai messaggi pubblicitari, è fondamentale che le imprese vi interagiscano, al fine di renderli ambasciatori spontanei alimentando passaparola virali.

COMUNICARE E’ VITALE, NON COMUNICARE E’ FATALE!

 

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