Microeconomia: Il prezzo di mercato

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Il Mercato

Compratori e venditori, considerati nel loro insieme, interagiscono per formare mercati. Un mercato è un insieme di compratori e venditori che, attraverso le loro interazioni effettive potenziali, determinano il prezzo di un prodotto o di un insieme di prodotti.
Le interazioni potenziali possono essere importanti quanto quelle effettive; la possibilità di acquistare la stessa cosa dall’altra parte del mondo ad un prezzo più conveniente crea una potenzialità di arbitraggio (ossia comprare a basso prezzo in una località e vendere ad un prezzo più alto in un’altra).


Mercati concorrenziali e mercati non concorrenziali

Un mercato perfettamente concorrenziale è costituito da molti compratori e molti venditori cosicché nessun singolo compratore o venditore ha una rilevante influenza sul prezzo.
Si fanno tre ipotesi esemplificative principali:
Bene Omogeneo: ovvero semplificazione per classi di prodotti. Es: c’è un solo tipo di pane.
Price Taking Behaviour: il prezzo è determinato dal mercato;
● L’informazione è perfetta e simmetrica.
Un mercato concorrenziale può essere quello del rame, o del frumento.


Non concorrenziale quello del petrolio (OPEC, i paesi produttori decidono il prezzo).

Il prezzo di mercato

In un mercato perfettamente concorrenziale prevarrà di solito un singolo prezzo: il prezzo di mercato.
Nei mercati non perfettamente concorrenziali differenti imprese potrebbero chiedere differenti prezzi per lo stesso prodotto. In casi come questi, quando si parla di prezzo di mercato ci  si riferisce al prezzo medio calcolato su varie marche o vari supermercati.
Le variabili che entrano in gioco in un modello sono dette endogene. Le variabili ulteriori,  che eventualmente influenzano le endogene, vengono tuttavia considerate come costanti e sono dette esogene.
Il problema di determinazione del prezzo di mercato è detto di statica comparata: cerchiamo cioè un punto di equilibrio tra le quantità che i consumatori chiedono e le quantità che i produttori offrono. In seguito si vedranno le risposte delle variabili endogene alla variazione di variabili esogene (es: che succede al prezzo del pane se varia quello della farina?).

La definizione del mercato: l’estensione di un mercato

La definizione del mercato identifica quali compratori e quali venditori dovrebbero essere inclusi in un dato mercato. Però, per determinare quali compratori e quali venditori andrebbero  inclusi si deve prima determinare l’estensione del mercato. L’estensione di un mercato si rife­risce ai suoi confini, sia in termini geografici sia in termini della gamma di prodotti da includervi.

Prezzo reale e prezzo nominale

Si desidera spesso confrontare il prezzo di un bene nel presente con quello che è stato il prezzo dello stesso bene nel passato o con quello che probabilmente sarà nel futuro.
Quando si confrontano i prezzi nel corso del tempo si deve badare ad apportare le necessarie correzioni per tenere conto dell’inflazione.

Ciò significa che i prezzi dovrebbero essere misurati in termini reali anziché in termini nominali.
Il prezzo nominale di un bene è semplicemente il suo prezzo assoluto.
Il prezzo reale di un bene è il prezzo relativo rispetto a una misura aggregata di prezzi. In altre parole, è il prezzo corretto per l’inflazione.

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calcolo del prezzo reale

(il FOI è un indicatore usato dall’ISTAT per stimare la variazione dei prezzi in Italia).

Se ti interessa sapere cos’è il FOI , dai un occhio qui.

Domanda e offerta

La curva di offerta

La curva di offerta descrive la quantità di un bene che i produttori sono disposti a vendere a ogni dato prezzo, quando sono mantenuti costanti tutti gli altri fattori che possano influenzare la quantità prodotta. La curva di offerta descrive dunque la relazione tra la quantità offerta e il prezzo.
La curva di offerta ha pendenza positiva, in quanto più il prezzo è elevato, tanto più le imprese sono capaci e desiderose di produrre e vendere.
L’offerta dipende anche da variabili diverse dal prezzo: una loro variazione si traduce in uno spostamento della curva di offerta.
Variazioni della quantità offerta al variare del prezzo possono essere rappresentate da spostamenti lungo la curva di offerta, mentre la reazione dell’offerta a variazioni di altre variabili, diverse dal prezzo, è rappresentata da uno spostamento della curva di offerta. Se il costo diminuisce, la curva si sposta verso destra. E viceversa.

La curva di domanda

La curva di domanda descrive la quantità di un bene che i consumatori sono disposti ad acquistare al variare del suo prezzo unitario.
La curva di domanda ha pendenza negativa, infatti i consumatori sono disposti solitamente a comprare una maggiore quantità se il prezzo diminuisce.
La quantità di un bene che i consumatori sono disposti ad acquistare può dipendere da altre variabili, oltre che dal prezzo. Tra queste, particolarmente importante è il reddito.
Se aumenta il reddito, si sposta la curva di domanda.

Beni sostituti e complementari

La domanda di un bene può essere influenzata anche dalla variazione dei prezzi di altri beni.

Due o più beni sono sostituti se l’aumento del prezzo di uno comporta un aumento della quantità domandata dell’altro.
Si dicono complementari due beni per i quali l’aumento del prezzo di uno comporta una diminuzione della quantità domandata dell’altro.

L’equilibrio

Il punto in cui le due curve si intersecano individua il prezzo d’equilibrio e la relativa quantità. Si definisce meccanismo di mercato la tendenza del prezzo, in un mercato libero, a fluttuare fino a quando la quantità domandata e quella offerta si eguagliano.
L’equilibrio economico è inteso come compatibilità di scelte (P*,Q*) di agenti diversi:

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Equilibrio di mercato

Il Meccanismo di Mercato

Quando è applicabile il modello della domanda e dell’offerta?
Data la supposizione che per ogni prezzo sarà prodotta una determinata quantità, essa ha senso se il mercato è grosso modo concorrenziale, ossia tutti i soggetti coinvolti hanno poco potere di mercato, ossia di influenzare i prezzi.

Le Elasticità della Domanda e dell’Offerta

Le curve di domanda ed offerta variano in dipendenza di altri fattori, come costio redditi.

Ma di quanto variano?

E quanto velocemente?
L’elasticità misura il grado di sensibilità di una variabile rispetto ad un’altra. È un valore numerico che indica la variazione percentuale indotta in una variabile da una variazione dell’1% di un’altra variabile.

Elasticità della domanda al prezzo

Se l’elasticità al prezzo è maggiore di 1 in valore assoluto, si dice che la domanda è elastica al prezzo, perché la diminuzione percentuale della quantità domandata è maggiore dell’aumento percentuale del prezzo; se invece è minore di 1 in valore assoluto, si dice che la domanda è anelastica al prezzo.

Elasticità della domanda al prezzo

La curva di domanda lineare

L’elasticità della domanda al prezzo deve essere misurata in uno specifico punto della curva di domanda e, generalmente, varia spostandosi lungo la curva.
Questo è particolarmente evidente nella curva di domanda lineare, cioè descritta da una linea retta.

la curva di domanda lineare

-b è costante ma P/Q tende a zero se Q aumenta, quindi l’elasticità tende a zero. Viceversa, se Q diminuisce, l’elasticità diviene infinitamente grande.
Quanto più la curva è ripida, tanto meno è elastica al prezzo.
Domanda infinitamente elastica: i consumatori sono disposti ad acquistare qualsiasi quantità del bene, purché il prezzo sia P; se il prezzo aumenta, la quantità domandata va a zero; se diminuisce, la quantità domandata diventa infinita.(retta orizzontale)
Domanda completamente anelastica: i consumatori acquistano una quantità Q, indipendentemente dal prezzo di vendita.(retta verticale).

L’elasticità dell’offerta

L’elasticità dell’offerta al prezzo è la variazione percentuale della quantità offerta a fronte di una variazione dell’1% del prezzo. Questa elasticità ha generalmente valore positivo.

Elasticità di breve periodo ed Elasticità di lungo periodo

La domanda

Per molti beni la domanda è più elastica al prezzo nel lungo che nel breve periodo, dato che i consumatori hanno bisogno di tempo per modificare le proprie abitudini. Infatti quando ci si riferisce al lungo periodo i consumatori hanno avuto un tempo sufficiente per adattarsi completamente alla variazione del prezzo.

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La domanda di beni durevoli

Per i beni durevoli – ovvero quei beni che danno un flusso continuo di servizio e di consumo nel tempo – la domanda è più elastica nel breve che nel lungo periodo in quanto una volta che questi beni diventano vecchi e devono essere sostituiti non si può fare a meno di farlo, poiché comunque i consumatori hanno bisogno di questi beni (= RIGIDITA’).
Gli incentivi statali (tipo quelli per le auto vecchie) rendono molto reattiva la domanda di beni durevoli nel breve periodo, ma comunque nel lungo periodo la domanda continua ad essere rigida. La fiducia dei consumatori nell’economia è misurata soprattutto su questi beni.

L’elasticità al reddito

Per la maggior parte di beni e servizi l’elasticità della domanda al reddito è maggiore nel lungo periodo che nel breve. Anche in questo caso, per i beni durevoli vale il contrario.

L’offerta

Per la maggior parte dei prodotti l’offerta di lungo periodo è molto più elastica al prezzo di quella di breve periodo. Nel breve periodo, infatti, le imprese hanno una capacità produttiva data, a hanno bisogno di tempo per espanderla. (Es: l’offerta di abitazioni).

L’offerta di beni durevoli

Per alcuni beni l’offerta è più elastica nel breve che nel lungo periodo. Si tratta di beni durevoli, che possono essere riciclati e offerti sul mercato se il loro prezzo aumenta.

Gli effetti dell’intervento pubblico: il controllo dei prezzi

I governi spesso regolano i mercati in diversi modi. Se il governo decide di imporre un prezzo massimo per un bene accade che:
• A un prezzo così basso, le imprese producono meno, e la quantità offerta scende.
• La domanda dei consumatori è più elevata dato che il prezzo è più basso.
Così la domanda eccede l’offerta e si crea scarsità, il cosiddetto eccesso di domanda.
Dal controllo dei prezzi alcuni guadagnano e altri perdono. A perdere sono i produttori: hanno ricavi inferiori e alcuni di loro abbandonano il mercato. Invece alcuni consumatori, ma non tutti, ci guadagnano. Quelli che riescono ad acquistare il bene a un prezzo più basso godono di maggiore benessere, ma quelli che non possono farlo sono danneggiati.

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