Definizione
Si definisce soluzione di base associata alla base B, la seguente soluzione del sistema di vincoli di uguaglianza
ottenuta ponendo xN = 0:
Nell’esempio che avevamo fatto precedentemente:
Riformulazione rispetto alla base B = {x1, x3}:
x1 = 2
x3 = 0
x2=x4=x5 = 0
Indice
Ammissibilità e non degenerazione
Se A−1B b ≥ 0 la soluzione di base si dice ammissibile. Questo vuol dire che appartiene alla regione ammissibile del problema di PL in quanto, oltre a soddisfare i vincoli di uguaglianza del problema, soddisfa anche quelli di non negatività delle variabili.
Se A−1B b > 0 si parla di soluzione di base non degenere, altrimenti si parla di soluzione di base degenere.
Nell’esempio:
B2 = {x1, x3} → soluzione di base ammissibile e degenere
B3 = {x3, x4}: la soluzione di base è:
x3 = 6/7 x4 = 2/7 x1 = x2 = x5 = 0 che è ammissibile e non degenere
B4 = {x4, x5}: la soluzione di base è:
x4 = −1 x5 = −3 x1 = x2 = x3 = 0 che è non ammissibile.
Osservazione
Data una soluzione di base ammissibile e non degenere esiste un’unica base che la rappresenta, mentre una soluzione di base ammissibile e degenere è rappresentata da più basi.
Cosa hanno a che fare le basi e le soluzioni di base con il teorema fondamentale della PL?
La risposta ci viene dalla seguente osservazione.
Osservazione
L’insieme dei vertici di Sa coincide con l’insieme delle soluzioni di base ammissibili del problema di PL.
In pratica, vertici e di soluzioni di base ammissibili sono la stessa cosa vista da due punti di vista diversi: quello geometrico (i vertici) e quello algebrico (le soluzioni di base ammissibili).
Basi adiacenti
Definizione
Due basi B′ e B′′ si definiscono adiacenti se hanno m − 1 variabili uguali e differiscono per una sola variabile.
Nell’esempio le basi B3 = {x3, x4} e B4 = {x4, x5} sono adiacenti, mentre non lo sono B2 = {x1, x3} e B4.
Soluzioni di base adiacenti
Due soluzioni di base distinte si definiscono adiacenti se esistono due basi B′ e B′′ che le rappresentano e che sono tra loro adiacenti.
Si noti che due basi adiacenti non corrispondono necessariamente a due soluzioni di base adiacenti. Esse infatti possono corrispondere alla stessa soluzione di base come accade, ad esempio, con le basi
B2 ={x1, x3} e B5={x1, x4}.
Passaggio ad una base adiacente
Supponiamo ora di voler passare dalla base B alla base adiacente B′ ottenuta rimuovendo da B la variabile xik,
1≤k≤m, e sostituendola con la variabile fuori base xim+h, 1≤h≤n−m, ovvero:
B′ ={xi1 , . . . , xik−1 , xim+h , xik+1 , . . . , xim}.
La prima domanda che ci dobbiamo porre è :quando B′ è effettivamente una base. Perché lo sia si deve avere che AB′ è invertibile.
Si ha che AB′ è invertibile e quindi B′ è una base se e solo se nella riformulazione associata alla base B il coefficiente di xim+h nell’equazione relativa a xik è diverso da 0.
Nell’esempio:
{x1, x2} non è una base
{x1, x5} è una base
Esempio
Dalla riformulazione rispetto a B2 = {x1, x3} a quella rispetto a B6 = {x1, x5}
Ricavo x5 dall’equazione relativa a x3
x5 = 0 − x3 + 3x4
Sostituisco la parte destra dell’equazione nei restanti vincoli e nell’obiettivo:
Nota bene
Per poter recuperare dalle riformulazioni alcune informazioni (nel seguito vedremo, ad esempio, come sfruttare la riformulazione rispetto a una base B per poter ottenere la matrice A−1 B ) è necessario mantenere un ordine tra le variabili in una base. Quindi se nella base B′ la variabile xim+h sostituisce la variabile xik a cui corrisponde la k-esima equazione della riformulazione rispetto a B, nella riformulazione rispetto a B′ l’equazione relativa alla variabile xim+h dovrà ancora essere la k-esima, mentre la posizione delle equazioni relative a tutte le altre variabili deve rimanere invariata rispetto alla precedente
riformulazione.
Nell’esempio …
… la variabile x5 ha preso il posto della x3 e l’equazione relativa alla x5 è stata messa nella stessa posizione (la seconda) in cui si trovava quella della x3, mentre la restante equazione ha mantenuto la posizione originaria.
Un altro esempio
Passaggio da B6 = {x1, x5} a B4 ={x4, x5}
Ricavo x4 dall’equazione relativa a x1
x4 = −1 + 1/2x1+x2 + 3/2x3
Sostituisco la parte destra dell’equazione nei restanti vincoli e nell’obiettivo:
Nota bene
Le operazioni che abbiamo eseguito sugli esempi ci hanno consentito di passare da una base ad una adiacente e, nel secondo esempio, anche da una soluzione di base ad una adiacente. Tuttavia, nel secondo caso siamo passati da una soluzione di base ammissibile (quella associata a B6) ad una non ammissibile (quella associata a B4). Nell’algoritmo di risoluzione che andremo a discutere la scelta della base adiacente verso cui muoversi non verrà fatta a caso come abbiamo fatto nei precedenti esempi, ma sarà guidata da regole precise che fondamentalmente ci consentiranno di spostarsi tra vertici della regione ammissibile migliorando il valore della funzione obiettivo.
(58)