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cosa studia l'economia


L’economia è una scienza sociale. Mentre l’attributo sociale si riferisce al comportamento delle persone organizzate in una società, l’attributo scienza si riferisce alle caratteristiche dell’approccio razionale, quindi al metodo scientifico.


Di primo acchito l’economia è difficilmente assimilabile a una scienza, gli economisti non sono dei veri e propri scienziati. Infatti, l’economia non è una scienza esatta a differenza della chimica e della fisica nelle quali le relazioni causa-effetto sono deterministiche e replicabili. Deterministiche (es. causa:  esistono molecole di carica diversa; effetto: attrazione tra molecole) e replicabili (lo stesso esperimento genera risultati identici in qualsiasi momento
e in qualsiasi posto). Andando a spiegare meglio questi concetti, in realtà, l’economia si limita a studiare i fenomeni sociali, come fenomeni storici, in modo scientifico. Un esempio è la previsione del mercato di mais basata sugli andamenti degli ultimi venti anni. Questo non corrisponde alla garanzia di certezza e replicabilità spazio-temporale, cambiando continente e anni di riferimento i risultati saranno diversi. Per questo non si definisce una scienza esatta. In altri casi è la direzione della causalità a essere problematica a tal punto da diventare oggetto di studi economico-filosofici. Ad es. in un paese in via di sviluppo quale può essere la causa e l’effetto tra povertà e mortalità precoce?(una spiegazione razionale potrebbe essere che morendo giovani le persone non raggiungono una maturità tale da essere capaci di produrre ricchezza, oppure essendo poveri sono malnutriti e muoiono in età precoce), oppure tra qualità della vita (benessere e civiltà) e delinquenza.
L’approcciarsi in modo scientifico si riferisce al “metodo scientifico”, in altre parole l’approccio all’analisi con logiche razionali, quindi rappresentabili con strutture algoritmiche e/o matematiche. Quindi, se l’economia utilizza un metodo scientifico, perché i suoi esperimenti non sono replicabili? Perché l’economia spesso utilizza informazioni storiche, o logiche basate su eventi avvenuti nella storia e in una determinata area geografica, per prevedere il futuro) sono determinati da un numero elevatissimo di variabili. Nel momento in cui ci sono molti elementi che determinano un fenomeno, è necessario operare di sintesi. È necessario quindi razionalizzare sulle logiche più importanti e fare delle assunzioni sugli eventi al margine. Sono proprio queste assunzioni a rendere quasi esatta la scienza economica, poiché fanno in modo che si possa disegnare una logica causa effetto e rendere i fenomeni economici analizzabili con rigore scientifico.  Tali assunzioni preliminari a tutti gli studi economici in realtà sono assiomi. Il primo tra questi riguarda la razionalità degli individui.
È necessario, a questo punto definire cosa sia razionale e cosa, invece, sia irrazionale.
Un comportamento si definisce razionale quando la risposta a uno stimolo è sempre la medesima. Es. freddo → pelle d’oca, prezzo aumenta → consumo meno.Un comportamento è irrazionale quando invece la reazione ad uno stimolo e’ completamente imprevedibile. Es. ispirazione romantica → colore dello sfondo del quadro che dipingerò. Gli esseri umani, per quanto ci siano opinioni differenti, si differenziano dagli animali per essere capaci d’irrazionalità. Ad esempio, un cane davanti a un gesto violento risponderà sempre in maniera aggressiva. In questo caso si parla di comportamento razionale perché la relazione causa-effetto è univoca e con una sola soluzione. Per l’essere umano, che è l’oggetto di studio dell’economia, la risposta a un gesto violento può essere differente; anche se la relazione causa-effetto è univoca, le soluzioni possono essere multiple in casi di comportamento irrazionale. Assumere quindi la razionalità degli individui può a volte portare a soluzioni molto lontane dalla realtà o a prevedere in maniera errata determinati eventi.


Cosa studia l’economia?

Alcuni premi Nobel per l’economia come Gary Backer hanno studiato l’economia del crimine o l’economia dell’aborto. Argomenti che prima erano tabù per questo tipo di studi, si è visto seguono delle logiche economico/razionali e sono abbastanza prevedibili replicando esperimenti economici. Ad esempio, G. Backer ha affermato che un ladro è tale perché esegue una valutazione costi-benefici tra i guadagni derivanti da una rapina, ponderati dall’attitudine al rischio, e la probabilità di essere arrestati moltiplicata per l’asprezza della pena o della multa. Ne consegue che, inasprendo le pene o aumentando la probabilità di essere arrestati, infatti, si ottiene una riduzione dei crimini. Banale, ma la teoria di Backer ha permesso di calcolare l’asprezza delle pene e quindi di prevedere il tasso di criminalità.
Prima di Backer, si pensava che il comportamento criminale fosse dovuto esclusivamente a problemi di tipo psichiatrico. La soluzione a questi, che è la cura medica, non ha portato alla riduzione dei crimini.
Lewitt, un economista di fama mondiale per i suoi studi stravaganti (per chi volesse leggere il suo libro, il titolo è “Freakeconomics”) ha mostrato come l’aborto sia una scelta politico-economica piuttosto che etico-religiosa. Infatti, la legalizzazione dell’aborto ha fatto ridurre il tasso di criminalità, il numero di morti e il giro di denaro sporco per queste pratiche.  L’economia, quindi, dista molto dalla contabilità. Una pecca del sistema italiano, infatti è di racchiudere in un unico gruppo “le materie economiche” sia la contabilità, quindi la ragioneria, e l’economia.
A cosa serve determinare algoritmi razionali per spiegare alcuni comportamenti? Poter prevedere i comportamenti umani permette di capire quali siano gli elementi, le variabili, che maggiormente influenzano quel fenomeno. Permette di prevedere se, modificando uno di questi elementi, si può ottenere un comportamento diverso.
Avendo in mano tali informazioni, che sono puntuali, è possibile costruire delle politiche (policy), quindi un sistema normativo, di incentivi e disincentivi, che orientino i comportamenti orientandoli nel verso corretto. Da notare che le policy non vanno confuse con le politiche (politics) che riguardano la mera gestione del consenso.

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L’economia studia in generale i problemi di scarsità. “cos’è più scarso della moneta?” Se non ci fossero risorse scarse, come il lavoro, le materie prime, gli alimenti a disposizione, non ci sarebbe bisogno di economisti. Se il mondo fosse dominato da completa sazietà, non ci sarebbero problemi di povertà, malnutrizione, crimine. Gli economisti intervengono in questo senso per descrivere i comportamenti e individuare le regole, economia positiva, per generare norme di comportamento in virtù di regole economiche, economia normativa.
Una delle missioni principali dell’economia, soprattutto dell’economia agraria e agro-alimentare è quella di risolvere i problemi che generano il sottosviluppo e in generale la povertà nel mondo. Uno dei problemi più ricorrenti riguarda la scelta tra medicine e alimenti. Quale tra queste due migliorerà la vita di una comunità sottosviluppata?
Un’altra assunzione è che gli individui si comportano seguendo il principio dell’edonismo. Tale principio afferma che ogni individuo massimizza il proprio soddisfacimento. Come già accennato, non tutti i comportamenti sono definibili come “economici” o “razionali”. Anche le rinunce e i sacrifici, ad esempio delle persone molto devote, soddisfano il bisogno di una persona di migliorare le possibilità di avere una vita ultraterrena in serenità, sebbene, a primo acchito, possa sembrare che essi si comportino contro il principio edonico. Fare del volontariato, sebbene comporti lavoro non pagato, in realtà migliora il livello di soddisfazione personale e nello stesso tempo migliora le
condizioni di altre persone (economia dell’altruismo ed economia della felicità). Quindi, sebbene alcuni comportamenti non siano, nell’immediato, classificabili come economici, in realtà diventano oggetto dell’economia
poiché sono comportamenti razionali.

Perchè l’individuo “homo economicus” dovrebbe essere alla ricerca del proprio soddisfacimento? L’uomo presenta bisogni e necessità. Mentre i bisogni derivano da desideri, ambizioni, esigenze tangibili e intangibili, le necessità riguardano la categoria di esigenze necessarie alla vita, es. mangiare, dormire, ecc. Sebbene si potrebbe discutere a lungo sulle linee di confine tra i due concetti, di sicuro si differenziano dal fatto che la necessità nasconde una perentorietà, mentre il bisogno è meno stringente.

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