Geneticamente migliorati

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Geneticamente modificati


In ogni organismo esiste una sorta di generatore spontaneo e continuo di variazione genetica.” 
EDOARDO BONCINELLI

“Siamo educande schizzinose o adulti responsabili?” si chiede Gilberto Corbellini, ordinario di Storia della Medicina e docente di Bioetica all’Università “La Sapienza”, fiero di aver lavorato anche come agricoltore in gioventù, interlocutore di punta se si parla di Ogm: per lui e per molti altri scienziati più che di organismi “geneticamente modificati”, sarebbe il caso di parlare di organismi “geneticamente migliorati”.


Il termine “Ogm” viene usato in riferimento ad organismi il cui materiale genetico sia stato alterato mediante tecniche di ingegneria genetica o usando procedure che consentono di modificare i geni e di trasferire del Dna da un organismo all’altro in modo mirato. Già solo a definirlo in questi termini, appare chiaro che si sta maneggiando materiale incandescente, ma che l’ultima cosa di cui si sente il bisogno è l’oscurantismo, il bigottismo e la conservazione.


Gli Ogm, in quanto tecnologia avanzata, pulita e applicabile attraverso la ricerca pubblica, devono essere visti come opportunità, senza tabù religiosi, sostiene Manlio Rossi Doria, economista agrario, che prima e dopo la seconda guerra mondiale aveva combattuto “la posizione dominante e conservatrice di Coldiretti e spiegato l’importanza dell’innovazione tecnica per affrancare l’agricoltura meridionale da zavorre culturali arcaiche”, in contrasto con l’ideologia delle destre populiste e di certa sinistra, preda di inganni e autoinganni incredibili di politici e intellettuali che recitano, da decenni, dei banalissimi mantra, senza prendersi la briga di un controllo, di un aggiornamento sporadico, che so, almeno di una letta frettolosa di Wikipedia….

Secondo Galileo Galilei le innovazioni tecniche e scientifiche sono sempre, comunque avversate, perché possono liberare le menti e sovvertire gli Stati, e ancora oggi è come se Galileo non fosse mai esistito e non si fosse ancora compreso che cosa abbia permesso di triplicare l’aspettativa di vita, di curare malattie, di riscaldare le case, di andare sulla luna.

La prima boutique del caffè

E’ di questi giorni il voto del Parlamento Europeo per la nuova direttiva sul sistema di autorizzazioni in merito alla coltivazione degli organismi geneticamente modificati nei Paesi dell’Unione. Le nuove norme entreranno in vigore già a partire dalla prossima primavera. Il recente accordo politico lascia liberi gli Stati membri di scegliere se dire “no” alla coltivazione di Ogm sul proprio territorio e a quanto pare l’Italia, avendo “finalmente” l’ultima parola sulla decisione di limitare o vietare le colture transgeniche sul proprio territorio, lo farà.

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Intanto si resta in attesa di prove che mostrino la dannosità degli Ogm, prove che, per essere tali, prendono le distanze da qualunquiste lagnanze e dai peggiori presagi di sventura, mentre devono essere pubblicate su peer review, riviste cioè sottoposte a un processo di revisione paritaria. Le critiche verso gli Ogm sono le solite: “Non sono sicuri”, “Non sappiamo cosa possano fare nel lungo periodo”, giudizi vaghi, opinioni, superstizioni e intanto negli Stati Uniti come in Spagna gli Ogm li coltivano e li consumano da oltre vent’anni. L’Efsa di Parma, agenzia che certifica la sicurezza ambientale e umana, la Commissione Europea, l’Organizzazione Mondiale della Sanità e una moltitudine di scienziati abituati al confronto internazionale hanno studiato, discusso, controllato e concluso che, ad esempio, il mais Bt, mais con protezione parassitaria integrata, è sicuro, o meglio, che è più sicuro per l’ambiente e la salute umana del mais tradizionale pieno di insetticidi o del mais biologico che presenta talvolta preoccupanti livelli di micotossine cancerogene. In Italia la discussione resta fortemente e particolarmente condizionata da pregiudizi ideologici e da interessi di parte, rispetto ai quali anche la più corretta delle informazioni non riesce a farsi ascoltare. Ci sono lobby e multinazionali certamente interessate a spingere per gli Ogm in nome di interessi i più lontani dalla pubblica utilità, ma a rivolgersi a Elena Cattaneo, ricercatrice, docente esperta in staminali, scienziata nominata per i suoi indiscussi meriti Senatrice a Vita, per far sentire la loro voce sono soprattutto scienziati che vogliono studiare gli Ogm in campo aperto, per capirne a fondo il potenziale e i limiti e, della stessa aspirazione, anche oltre settecento agricoltori che hanno sottoscritto una lettera dove chiedono di seminare con piante Ogm circa trentamila ettari di terreni di loro proprietà: questi contadini espongono argomenti ineccepibili, sostenendo che il sessantadue per cento di tutto il mais italiano dello scorso anno – rigorosamente non Ogm – è alla fine inutilizzabile, vietato al consumo umano e pericoloso per il consumo animale per la presenza di tossine e che pertanto molti dei migliori prodotti tipici nostrani sono fatti usando mangimi Ogm importati. Nella loro lettera gli agricoltori chiedono semplicemente di poter rilanciare il loro settore e di conseguenza l’economia e l’occupazione di un comparto che rappresenta il futuro della ricerca mondiale, risorsa straordinaria per l’economia del Paese.

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Chi parla di sicurezza peraltro, non riesce a riportare un solo episodio sanitario o di danno ambientale conseguenza dell’uso di Ogm, mentre i morti e le intossicazioni da cibo biologico non si contano, i sequestri in Italia di alimenti biologici inquinati o falsamente biologici da parte dei Nuclei Anti-Sofisticazione ammontano ogni anno a varie centinaia di migliaia di tonnellate e gli scandali sono continui. Nessuno ricorda più gli oltre cinquanta morti in Germania tre anni fa, per aver mangiato germogli di soia di origine biologica inquinati da un batterio killer?

In realtà, a ben vedere, tutti gli organismi sono geneticamente modificati, dalla stessa evoluzione, e tutti quelli coltivati dall’uomo, dopo la scoperta dei meccanismi dell’ereditarietà, lo sono per definizione. Gli Ogm passano attraverso approfonditi controlli di tossicità non diversi da quelli previsti per la commercializzazione dei farmaci, controlli che non vengono effettuati, invece, su altro. L’agricoltura è un’invenzione umana di circa diecimila anni fa ed è, se vogliamo, tutta innaturale, tanto che non è paradossale dire che quanto più è innaturale tanto più è sicura, perché contiene più conoscenze e più controlli. Peraltro gli elevati indici di analfabetismo in tema di ricerca scientifica e la difficoltà di accettare l’innovazione che da decenni colpiscono il settore agricolo e non solo, costa all’Italia ogni anno più di dieci miliardi di euro di deficit della bilancia commerciale e la chiusura di quarantamila aziende agricole, data l’impossibilità di utilizzare le innovazioni biotecnologiche da cui trarrebbero sicura competitività sul mercato globale.Non si pretende di andare avanti a scatola chiusa e a tutti i costi, ma un sistema legislativo ed esecutivo intelligente investirebbe infinitamente di più di quanto non si faccia ora  in ricerca biotecnologica.

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Ma, si sa…la scienza cerca prove, i partiti cercano voti. La Spagna è oggi l’unico paese dell’Ue che coltiva Ogm su un’estensione significativa, altri paesi sono il Portogallo, la Romania e la Slovacchia.
Quando non è sollecitata da interessi materiali, l’opposizione all’ingegneria genetica nasce da un inquietante sentimento antiscientifico assieme all’idealizzazione di una natura sempre buona, bella, giusta, florida. Entrano in gioco i santoni, i predicatori, gli eroi, la mistica e certa politica populista.

Grandi sono l’ignoranza e la confusione sotto il cielo, tanti e contrastanti gli interessi, ma prima di imbracciare il rastrello e saltare sulla barricata contro gli Ogm, va dato spazio a chi, con cognizione di causa ed esperienza non è così scettico, ad esempio proprio Elena Cattaneo, secondo la quale un punto cruciale di cui tener debito conto è che entro la fine del secolo il pianeta potrebbe ospitare dieci miliardi di persone e che mantenerle richiederà agli agricoltori di produrre più di quanto non sia mai stato prodotto prima in tutta la storia dell’umanità. Negli ultimi diecimila anni, nutrire più persone ha sempre equivalso a coltivare più terra, ma questa opzione sarà sempre meno percorribile dato che si sta utilizzando tutto lo spazio disponibile, uno spazio che assorbe già il settantacinque per cento dell’acqua dolce.

Il problema di fondo è che in questo scambio di ostilità si perda ogni controllo, come sempre accade nei regimi proibizionistici e, a forza di pregiudizi, proibizioni e negazioni si lasci tutto in mano a fanatici di entrambi i versanti: senza la ricerca si rischia di perdere inesorabilmente tipi di piante non resistenti a parassiti o ai climi rigidi. Coccinelle e serre sono sempre più impotenti nel proteggere la vegetazione.

Il denaro, come sempre accade, allunga cupe ombre nere anche sui ragionamenti più lucidi e sui migliori propositi: l”unica vera strada è la ricerca scientifica, magari creando organismi di sorveglianza indipendenti, dato che i cervelli non mancano e un percorso non impossibile sarebbe quello di scegliere esperti di indiscusso valore e metterli insieme.

 

 

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