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Applicazioni della formula di Taylor
Abbiamo già visto quanto la formula di Taylor sia utile per
Determinare la crescenza/decrescenza di una funzione ed i punti stazionari
oppure per
determinarne la concavità/convessità.
terminiamo ricordando un’ulteriore applicazione della formula di Taylor:
il calcolo di limiti che portano a una forma indeterminata del tipo 0/0
Per illustrare in che modo la formula di Taylor si possa usare a questo scopo, consideriamo ad esempio il limite notevole
(che già sappiamo essere uguale a 1) che è esattamente una forma indeterminata di questo tipo.
Per risolvere questo limite mediante lo sviluppo di Taylor, consideriamo lo sviluppo di Taylor arrestato al prim’ordine di ex in x0 = 0, cioè
ex = 1 + x + o(x)
e usiamolo per riscrivere il limite come
ovvero, semplificando,
Ora,è facile risolvere il limite, in quanto
e
visto che o(x) è esattamente una quantità che va a zero più velocemente di x.
Usando questo metodo occorre fare particolare attenzione alla scelta dell’ordine a cui arrestare lo sviluppo.
Ad esempio,
supponiamo di voler calcolare
Ricordiamo nella tabella che segue gli sviluppi di Taylor per x → 0 delle principali funzioni elementari (tali sviluppi vengono anche detti Sviluppi di Maclaurin).
Calcoliamo lo sviluppo di Taylor di f(x) = sin x:
dal momento che
e quindi gli sviluppo di Taylor di sin x in x0 = 0 arrestati al primo, al secondo e al terzo ordine sono
Attenzione!
Se usassimo lo sviluppo del prim’ordine per calcolare il limite, avremmo
e non potremmo concludere nulla:
infatti sappiamo solo che o(x) va a zero più velocemente di x, che implica che potrebbe ad esempio andare a zero come un x2 (e allora il limite sarebbe infinito, dal momento che stiamo dividendo per x3) oppure anche come un x3, e allora il limite sarebbe finito diverso da zero, oppure come una potenza di x maggiore di x3, e allora il limite sarebbe zero.
Stesso problema avremmo se usassimo lo sviluppo al second’ordine:
Di nuovo, non possiamo concludere nulla: sappiamo che o(x2) va a zero più velocemente di x2, ma potrebbe andare ad esempio come x3 oppure come x4 e i risultati sarebbero diversi.
L’uso dello sviluppo del terz’ordine si dimostra invece l’approssimazione giusta per risolvere il limite:
si ha infatti:
dove nell’ultimo passaggio abbiamo sfruttato il fatto che o(x3) va a zero più velocemente di x3 e quindi
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